Esperienza di un non vedente sul percorso dalla Stazione alla sede UICI di Cremona

di | 20 Settembre 2022

Gentilissimi,

Vi inoltriamo una segnalazione che ci è pervenuta da parte di un nostro dirigente.

Abbiamo preferito inviare il testo senza apporre correzioni.

Ci sembra importante richiamare l’attenzione sia delle istituzioni sia della popolazione di Cremona sulle difficoltà e gli ostacoli che quotidianamente incontrano i ciechi e gli ipovedenti che percorrono le vie della nostra città. Confidiamo nella vostra grande sensibilità per cercare di alleviare questa situazione, rendendo la città più fruibile e vivibile per tutti.

Ringraziamo e porgiamo cordiali saluti

UICI Cremona

La Presidente Flavia Tozzi

Esperienza di un non vedente sul percorso dalla Stazione alla sede UICI di Cremona

Gentilissimi,

ecco il racconto di un cieco in una giornata tipo per andare dalla stazione FS fino al civico 32 di via Palestro, sede della UICI, associazione di cui sono dirigente.

Per l’esattezza, la giornata in questione è l’8 settembre.

Circa intorno alle 11:20, il treno proveniente da Treviglio e passante da Crema, stazione in cui sono salito, giunge a Cremona e ferma al binario 1 tronco est.

Una gentilissima capotreno mi accompagna fino al piazzale antistante la stazione, da lì, seguendo il percorso pedotattile mi avvio verso il semaforo di via Dante.

A metà percorso, il primo intoppo, un taxi  parcheggiato sul marciapiede mi impedisce di proseguire in  linea retta, difficoltà superata grazie all’intervento dello stesso tassista che mi aiuta ad aggirare l’auto.

Al semaforo premo il pulsante con il sonoro, allo scatto del giallo con marcia rapida attraverso le due corsie di Via Dante; di marcia rapida perchè la taratura della tempistica è troppo breve per permettere una marcia con passo normale.

A due passi dal  marciapiede, la punta del bastone incrocia un altro ostacolo. Scandagliando a destra e  sinistra con l’attrezzo cerco di capirne la natura e  l’estensione, non c’è bisogno, una voce di donna mi informa, (cito letteralmente): “Che c…o fa! Prende a bastonate il mio motorino?”

Con linguaggio altrettanto gentile ed urbano, le rispondo che quel motorino lì non dovrebbe starci e che se continua a rompere i co…i chiamo i vigili.

Proseguo per raggiungere il semaforo di viale Trento e Trieste, a circa 20 metri dal traguardo una gentile voce di un giovane  probabilmente africano,  allungando una mano sul mio braccio mi dice che qualcuno ha parcheggiato un’auto proprio sul mio percorso e mi aiuta ad evitarlo.

Raggiungo il semaforo, premo il pulsante con il sonoro e mi accorgo che la freccia indicante la direzione dell’attraversamento in realtà indica direzione viale Trento e Trieste e non via Palestro; conosco il percorso per cui nessuna incertezza.

Sono sul marciapiede di sinistra di via Palestro, i primi 50 m. corrono lisci, all’altezza di un istituto scolastico un ostacolo. Ispeziono con il bastone: si tratta di un grosso scooter, il marciapiede e  abbastanza ampio, evito l’ostacolo senza  troppi patemi.

Altri 10 metri, ancora un ostacolo: è uno scooter anche questo, non sono stato molto ad  indagare, stavolta le dimensioni erano però più minute, almeno così mi sono parse.

Riprendo la marcia.

Pensiero estemporaneo: i detti popolari, dovranno pur avere una sorta di origine nell’esperienza quotidiana delle persone?  Ad esempio: non c’è due senza tre; certamente che si, ed infatti ecco il terzo scooter sul marciapiede, di dimensioni contenute, ma inequivocabilmente uno scooter.

Gli ultimi 70 80 metri,  distanza che mi separava dalla prima detta sezione UICI, percorsi senza  ulteriori patemi, fatta eccezione per le croniche sconnessioni del fondo.

Non so con  precisione la distanza che separa il piazzale antistante la stazione FS e la mia sezione, civico 32, immagino non siano  più di 600 700 metri, credo di aver incrociato troppi  ostacoli.

Lo stesso percorso fatto da un vedente non  avrebbe comportato alcuna difficoltà. Purtroppo nel mondo di oggi giorno ci sono ciechi che pretendono di vivere la vita  quotidiana facendo quante più cose possibile, ad esempio attuare quel  principio della cittadinanza attiva e partecipata, per farlo però sono necessari due elementi:

1) una grande opera di sensibilizzazione in modo che la società possa crescere nella consapevolezza che essa è formata da una miriade di diversità che meritano tutte grande attenzione. Questo è compito degli aggregati sociali (associazioni, partiti, istituzioni…) e vale per domani e tempi futuri.

2) una crescita decisa del rispetto delle regole del codice della strada e questo è compito delle autorità preposte (Polizia Municipale, Pubblica Sicurezza, Carabinieri, polizia Forestale, eccetera) e vale per oggi, domani e tempi futuri.

UICI Cremona

Referente Settore Mobilità e Autonomia e Consigliere Regionale UICI Lombardia   

Mimmo Iuzzolino